Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Nei primi decenni del ’900 la propensione ad associarsi dei bassanesi sembra ancora abbastanza significativa: nel 1926 la parrocchia di Santa Maria in Colle aveva 8.752 anime, e i fedeli più zelanti erano iscritti al Terz’Ordine di San Francesco (120 adesioni), al Terz’Ordine d San Domenico (30), alla confraternita del SS.mo Sacramento (24). Le donne erano iscritte alla congregazione delle Orsoline (28), delle Madri cristiane (143), alle Figlie di Maria (242). Vi era un Circolo delle Donne cattoliche – con 104 iscritte – primo nucleo della nuova Azione cattolica voluta da Pio XI con i nuovi Statuti del 1923; a questo si aggiungevano un Circolo femminile, con 22 iscritte, un Circolo Giovanile maschile, con 54 aderenti, un Circolo studenti, con 26 soci. Era ancora presente una delle associazioni – nate tra fine ’800 e inizio ’900 – a carattere mutualistico e cooperativistico, e cioè una Società Operaia di Mutuo Soccorso, con 56 iscritti. Vi erano inoltre la San Vincenzo, con 21 soci, i Paggetti del SS.mo Sacramento (52) e c’erano anche 22 Giovani esploratori, destinati ad essere sciolti nel 1927 dal regime fascista, che avrebbe lasciato vivere solo l’Azione Cattolica e le associazioni di tipo devozionale[58]. Bassano si presentava ancora, anche nel nuovo secolo, come una realtà piuttosto attiva sotto il profilo associativo, anche se i cristiani più motivati erano certo una minoranza rispetto al totale della popolazione: ma questo era un fenomeno comune a tutta la diocesi, che era tuttavia tra le migliori d’Italia sotto il punto di vista dell’associazionismo cattolico[59]. Se poi si guarda ad altri dati possiamo rilevare che, con l’avanzare del fascismo, le opposizioni di sinistra furono a Bassano, come ovunque, letteralmente scardinate, mentre crescevano le tessere del fascio: dalla seconda visita pastorale del Rodolfi, nel 1926, si può rilevare che a Bassano – parrocchia di Santa Maria in Colle – vi erano 30 socialisti, nessun comunista, e 274 fascisti[60]. La popolazione era in generale osservante le norme di condotta della Chiesa: solo 3 erano le unioni civili, solo 2 famiglie avevano i coniugi separati, e non si segnalava nessun funerale civile su 225 morti del 1925. Ben 41 erano le classi della Dottrina cristiana, con 780 iscritti e 530 frequentanti, istruiti da 44 tra maestri e assistenti: la realtà parrocchiale si presentava dunque piuttosto solida. Circolavano inoltre in parrocchia 78 quotidiani cattolici, alcuni quotidiani liberali[61]; i periodici cattolici erano 150, quelli liberali erano 30. Nessun giornale socialista è segnalato come abitualmente circolante in parrocchia. Il clero che assisteva la popolazione – 19 sacerdoti in tutto, quindi in netta diminuzione rispetto all’ 800 – era «virtuoso, zelante ed attivo nel compiere il suo lavoro». Tuttavia, rilevava l’economo spirituale che aveva sostituito mons. Gobbi, il clero «avvezzo però da molto tempo ad essere senza governo – in ciò una palese critica all’operato di mons. Gobbi – tende un po’ troppo ad essere indipendente ed autonomo nel suo operare con danno del bene spirituale, che nell’unione degli sforzi e delle attività risulterebbe certamente maggiore». Quanto ai religiosi e alle religiose, l’economo spirituale asseriva che erano «di grande aiuto e fonte di bene per le anime». Il popolo era giudicato «generalmente buono», anche se le associazioni maschili avevano bisogno di un «radicale rinnovamento», sintomo che vi si avvertiva qualche difficoltà, di cui peraltro non si dà specificazione. Tuttavia i Sacramenti in genere erano frequentati, la Dottrina cristiana era ben insegnata, col supporto dei vari religiosi e religiose operanti in città. Un quadro dunque nel complesso abbastanza positivo, anche se si lamentava il fatto che esistevano troppe chiese e non bene tenute: «s’impone un accentramento di culto – si rilevava – con risparmio di spese e con miglioramento di servizio per i fedeli, che vi troveranno un orario più opportuno e comodo delle Messe e maggiore copia di sacerdoti per le confessioni e tutto potrà essere controllato dal rev.do parroco de frequentia»[62]. Alle chiese cittadine, dopo controversa storia, si era aggiunto nel 1934 il Tempio Ossario (iniziato nel 1908), che avrebbe originariamente dovuto essere il nuovo Duomo di Bassano, fortemente voluto da mons. Gobbi[63], ma che divenne poi il tempio per raccogliere i resti dei soldati morti nella prima guerra mondiale sul Monte Grappa.   

Questo sito usa cookies per il proprio funzionamento (leggi qui...)