Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

E’ l’avvenimento più significatvo del periodo in cui operò la seconda Municipalità, anche se essa non ne venne coinvolta che marginalmente. Esso ebbe quasi certamente inizio il 26 luglio 1797 in una sede ignota, dalla quale fu trasferito il giorno dopo nella bellissima villa cà Rezzonico[36] (fig.8).

8BassanodelGrappa

8. Bassano del Grappa, ca’ Rezzonico. Portego e accesso alla scala. Il Congresso di Bassano costituisce l’avvenimento più significativo della seconda Municipalità. Ebbe quasi certamente inizio il 26 luglio 1797 in una sede ignota, dalla quale fu trasferito il giorno dopo nella bellissima ca’ Rezzonico.

Vi parteciperanno delegazioni dei Governi centrali del Coneglianese, del Vicentino, del Padovano, del Veronese e del Bellunese. Il Congresso si aprì alla chetichella, senza molta pubblicità, e si svolse in tono minore rispetto al previsto. Tuttavia fu un fatto rilevante, essendo l’epilogo di tutto il movimento politico precedente, che mirava all’unione dello Stato veneto alla Repubblica Cisalpina. Il presidente, generale Berthier, si adoperò in vari modi per boicottare i lavori del Congresso, facendolo, ad esempio, chiudere anticipatamente. Sembra che la scelta di Bassano come sede non fosse casuale, ma dettata da un preciso disegno politico: la località era una piccola città di provincia nella quale si respirava aria di moderazione e risultava perciò molto adatta, secondo gli intendimenti dei Francesi, a questo tipo di assise. In relazione al Congresso la seconda Municipalità, per ordine dei Francesi, dovette erigere l’albero della libertà a Bassano. Si trattava di un simbolo politico, testimone del ritorno alla libertà, dopo il periodo della tirannide, secondo l’opinione degli occupanti. Per la maggior parte dei Bassanesi, però, durante i sei mesi in cui rimase in piazza, fu una testimonianza che non bastava parlare di libertà o erigere un albero per essere veramente liberi. Quando il 10 gennaio 1798, poco prima dell’arrivo delle truppe austriache, essi, quasi di nascosto, lo abbatteranno e bruceranno, proveranno il sollievo per la fine di quell’”esperienza democratica” che, nata nel segno della speranza, era miseramente naufragata.

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