Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Rivestendoli di forme rinascimentali, furono rifabbricati o adattati tutti gli ingressi urbani. Vennero eliminati i medievali apparati della difesa sul punto (tranne che in una parte della porta del Margnano) che, per confronto, si vedono invece abbastanza conservati a Marostica e Cittadella. Si elencano, così, la rideterminazione degli accessi al ponte nel 1521 e 1531 e delle entrate del Margnano, delle Grazie, del Brenta: rispettivamente nel 1548, 1560 e 1583. Nel 1541 fu aperta al transito la porta del Castello Inferiore - anche detta Dieda, da allora - che sostituì l’altra poco distante (già dei Leoni e adesso denominata dell’Angelo), che venne occlusa. Questi interventi, nella loro serialità, risultano di notevole interesse perché riproposero, ma solo virtualmente, un disegno della città quando di fatto il degrado della cintura muraria stava ormai scomponendo quel limite che dava significato alla «terra murata». In quei molti decenni Bassano si coprì di simboli che, in maniera assai marcata rispetto al passato, ne moltiplicavano l’apparenza. Accadeva così in altre città del Veneto in ragione del variare del loro arredo e (da noi in particolare) dei tanti affreschi sulle facciate delle case, impregnati di messaggi religiosi o culturali che andavano interpretati. Attira di più la committenza “politica” della decorazione. La fronte sud della porta Dieda, scegliendo il caso più eclatante, già nel 1394-1405 era stata pittoricamente impressa con i segni dell’autorità dei Visconti e quindi di Venezia: l’aquila imperiale e la vipera viscontea, il doge e il leone di San Marco. Sempre qui, ma nel 1541, il podestà Bernardo Morosini faceva dipingere a Jacopo dal Ponte la scena di Marco Curzio che si getta nella voragine, di palese stimolo ideologico alla fedeltà verso la Serenissima. Bassano si modificava diventando a proprio modo un monumento e un campo delle memorie civiche, di frequente tramandate dalle molte epigrafi, dentro il palazzo Pretorio e sulle strutture pubbliche. Nel 1504 e poi nel 1508, i podestà Priamo da Legge e Tommaso Michiel procurarono l’erezione di una loggia (oggi il Caffè Italia) applicata dall’esterno alla porta delle Grazie (fig.15)

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15. Veduta della Loggia e della Porta delle Grazie.
La loggia, oggi il Caffè Italia, fu eretta nel 1504 e nel 1508 al solo scopo del godimento del panorama verso nord;
la porta venne ristrutturata e monumentalizzata in buona forma nel 1560.

e destinata al puro diletto della visione panoramica[49]. Questo singolare precedente stimolò l’emulazione degli amministratori locali che, specialmente da allora, inclusero il criterio del decoro e perfino della bellezza della città fra quelli da tenere in conto per la gestione degli spazi pubblici. Il celebre Andrea Palladio fu incaricato nel 1567-1569 del progetto di rifacimento del nostro ponte sul Brenta e l’anno dopo «a ornamento della terra nostra» si ordinava l’abbattimento di una casetta nel piazzotto di Monte Vecchio che dava «bruttezza» alla piazza e alla vista del Fontico dei Grani e del Monte di Pietà. Nel 1582-83 la loggia di piazza, già affrescata da Jacopo dal Ponte, veniva ancora abbellita, nel 1664 si scongiurava l’indecorosa occupazione della piazza di San Giovanni con banchi fissi di macelleria mentre nel 1653, contenendo la serie, era stato vietato al privato possessore di una riva presso la loggia panoramica delle Grazie di «far cosa che turbi la vista della loza»[50]. Per la ricostruzione di Bassano qual’era sono di grande aiuto due immagini, in particolare. Una sontuosa ma assai precisa veduta del corpo urbano fu elaborata fra il 1583 e il 1610 (con almeno un’aggiunta, entro il 1636-1641) da Francesco e Leandro dal Ponte, figli di Jacopo (fig.16; vol.II tav.10).

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16. Francesco e Leandro Dal Ponte, Pianta della città di Bassano (1583-1610). Bassano del Grappa, Museo Biblioteca Archivio, Archivio Comunale, Mappe, n. 10.
Straordinario e preciso colpo d'occhio sull’impianto urbano, quasi al colmo del suo sviluppo.

Va confrontato con un altro disegno del tipo prodotto, con appena qualche licenza di fantasia, nel 1690-1691 ma avendo quasi sicuramente di modello una forma urbis del XV o dei primi anni del XVI secolo, oggi perduta (fig.17).

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17.Pianta ideale e schematica di Bassano, penna e inchiostro su carta, 1690-1691.
Bassano del Grappa, Museo Biblioteca Archivio, Archivio Comunale, Mappe, n. 12.

Il disegno documenta l’assetto della città entro la cinta muraria fra la metà del Quattrocento
e l’avvio del Cinquecento, concentrandosi sulle emergenze monumentali.

Questo secondo propone alcune strutture di rilievo, civili e religiose, ma è tutto concentrato sullo splendore delle mura e delle fortezze - quelle che si potevano osservare, direttamente o per ciò che ne avanzava, all’esordio del Cinquecento - ovvero sull’antica potenza militare della città. La prima, invece, esibisce un traguardo: la qualità cioè di un borgo che era diventato una piccola città, fornita di una peculiare autonomia istituzionale e di un’affluente ricchezza. La ripresa da ovest fissa Bassano sulle risorse del fiume e del ponte. La vista si distende da nord - dal Margnano e dal Castello Superiore, restituito all’uso civile e con alquanti nuclei di abitazione - al termine del borgo Leon, propagato fuori le mura sulla via nova, economicamente attivo e ormai compreso nel circondario della città (fig.16). L’impianto rappresentato, con numerose superfici libere, non variò di molto fino all’aprirsi del Settecento ed è quello che in diverse zone ancora si riconosce[51]. Il quadro della mappa dapontiana, ogni suo plesso e ciascun elemento meriterebbero un commento analitico. Il discorso, di necessità, si deve qui restringere a qualche settore, dove si mostra l’evoluzione del contesto urbano. Spicca nel disegno, accuratamente evidenziato con tanto di parata militare, il Prato della Fiera nel Margnano (adesso di Santa Caterina) (fig.18)

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18. Francesco e Leandro Dal Ponte, Pianta della città di Bassano (1583-1610) (part.). Bassano del Grappa, Museo Biblioteca Archivio, Archivio Comunale, Mappe, n. 10.
Nel Prato di Santa Caterina e già della Fiera, sotto le mura settentrionali, compaiono l’omonimo monastero e una rassegna delle milizie territoriali veneziane.

che dai primi del Cinquecento alla metà del Settecento fu destinato anche all’esercitazione delle milizie territoriali, i Bombardieri e le Ordinanze di fanteria istituite da Venezia. Al capo orientale dell’odierna via Da Ponte si distingue un modesto portello accanto a una torre della cortina, autorizzato nel 1608 per l’adito pedonale ai prospicienti convento e chiesa dei Riformati (dov’era l’ex ospedale) ma forse realizzato verso il 1619 e quindi allargato nel 1683. Un altro portello che dalla testata meridionale di via Marinali consentiva il transito verso sud, facilitando l’accesso al convento dei Cappuccini, fu praticato o comunque esisteva nel 1646-1655. Queste aperture secondarie, rabberciate nel circuito delle mura in avanzato degrado, segnalano l’insufficienza delle antiche porte, ormai manifesta nel Seicento, a soddisfare il bisogno di più articolate uscite dalla città. L’involucro degli spazi medievali cominciava a rompersi[52]

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