Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Tre anni prima del lungo viaggio di Dolomieu nel Tirolo (nonché della sua venuta nel bassanese), esattamente l’8 agosto 1786, Paccard e Balmat vinsero per la prima volta il Monte Bianco arrivando in vetta per la via francese dei Rochers Rouges. La montagna, perciò, era da tempo nei desideri dei naturalisti e dei più intemerati viaggiatori. Una vera rivoluzione culturale era avvenuta dai tempi della citata risalita in Val Frenzela di Jacopo Cortuso, quando si guardava con paura ai paesaggi orridi e aspri dei monti e quando chi vi si avventurava era considerato un pazzo o un temerario. Nel settecento ci fu un ribaltamento intellettuale e ciò che prima era orrido diviene, progressivamente, “sublime”. In fin dei conti, un po’ tutti coloro che finora abbiamo nominato sono stati dei frequentatori delle montagne. Ma erano mossi prevalentemente da un desiderio individuale di scoperta, da una curiosità esplorativa, da un progetto di studio. A metà ottocento, invece, si comincia ad andare in montagna per diletto, per il gusto della gita, per godere delle bellezze del luogo. Non tramonta la spinta per il gusto della scoperta, ma semmai questo si alimenta e si diffonde con le nuove aspirazioni. Si affaccia il nascente alpinismo che diverrà progressivamente un fenomeno popolare. Nel 1863 nacque a Torino il Club Alpino, cui verrà aggiunto l’aggettivo “Italiano” quattro anni dopo, nel 1867 (fig.6).

6Bollettinoannuale

6. «Bollettino annuale del Club Alpino Bassanese», vol. I, 1893- 1894, Bassano 1894. Il 12 novembre 1892 nacque il Club Alpino Bassanese, presidente Luigi Vinanti. Vi partecipava John Ball, marito della figlia di Alberto Parolini, Elisa, che nel 1857 era stato fondatore a Londra dell’ “Alpine Club”, il primo sodalizio europeo che riuniva gli alpinisti.

Nulla di strano se questo nuovo spirito si sia diffuso anche nel bassanese, grazie a quel ricco humus culturale sopra descritto, e ne troviamo traccia in alcuni passi di un racconto di Ambrogio Lugo: «varie strade ci sono le quali, più o meno facili, conducono da Bassano in sui Collalti; ed ognuna di aspetto vario, e variamente piacevole. …. partendo da Bassano, in un giorno estivo, si giunge quasi in vetta senza essere battuti da un raggio di sole, e ciò ha il suo grande pregio……io le calcai tutte codeste vie, ed esse tutte mi lasciarono nell’animo le più forti impressioni, e al tempo medesimo le più soavi reminiscenze»[23]. Il 12 novembre 1892 nacque il Club Alpino Bassanese con presidente Luigi Vinanti (si noti, come club orgogliosamente autonomo all’inizio, divenne sezione del C.A.I. nazionale solo nel 1919). Tra gli ispiratori ideali non possiamo non ricordare John Ball (di casa a Bassano, per via del ricordato matrimonio con Elisa Parolini) che nel 1857 era stato fondatore e primo presidente a Londra dell’ “Alpine Club”, il primo sodalizio europeo che riuniva gli alpinisti. E poi altre due figure importanti nella cultura locale di fine ottocento: Andrea Secco (1835-1889) e Ottone Brentari (1852-1921). Secco, animatore del Comizio Agrario di Bassano, Deputato al Parlamento nel 1873, pubblicò nel 1889 una Guida geologico-alpina di Bassano e dintorni, il primo volumetto che illustra scientificamente il territorio. Brentari, noto per la sua Storia di Bassano e del suo territorio del 1884 che fu il riferimento bibliografico d’eccellenza per un secolo, fu anche autore di alcune guide turistico-montane di grande successo. L’impatto del sodalizio sulla vita sociale e culturale bassanese fu subito importante. Al club aderirono buona parte degli uomini colti e buona parte delle persone in vista nella città (oltre cento iscritti alla prima assemblea di approvazione dello statuto). Venne propugnato un alpinismo che voleva coniugare la camminata e l’ascensione con la conoscenza della montagna. Vennero fatte conferenze e concerti, ci si interessò alle collezioni naturalistiche del Museo. Si chiedeva ai soci di stendere relazioni dettagliate sulle escursioni. Si stampò, soprattutto, un Bollettino che in realtà fu una rivista culturale di grande impegno con articoli importanti, che circolò in città e che svolse il ruolo di vero e proprio lievito culturale. Amare la montagna voleva dire conoscerla e conoscerla voleva dire amarla di più. In altre parole, come si direbbe oggi, il CAB fece tendenza.[24] Questa fu una delle scuole a cui si formò, ad esempio, Plinio Fraccaro, grande studioso bassanese chiamato nel 1915 ad occupare la cattedra di Storia Antica all’Università di Pavia, Ateneo del quale divenne magnifico Rettore dal 1943 fino al 1959, anno della sua morte. Già a vent’anni aveva pubblicato, sotto l’egida del CAB, una Guida Alpina del Bassanese e delle montagne limitrofe, un vero atto d’amore per i nostri monti che sarebbero sempre stati la grande passione di tutta la sua vita[25]. Sempre alla scuola del CAB si formò Lino Vaccari (1873-1951), crespanese d’origine e poi bassanese in gioventù (fu istitutore al Collegio Vinanti) fino al 1901 quando venne chiamato al Liceo di Aosta. Grande botanico, direttore per un ventennio del Giardino Alpino Chanusia al Piccolo San Bernardo, anche lui ad appena ventidue anni aveva pubblicato nel Bollettino del CAB un saggio dal titolo Florula della Cima del Monte Grappa che, letto oggi, è preziosissimo per conoscere la composizione della flora sommitale prima degli sconvolgimenti bellici[26]. Ancora alla scuola del CAB si formò Amedeo Zardo, botanico autodidatta perché meccanico di professione, modesto ma preparatissimo, in contatto con illustri studiosi, autore anche lui (come sessant’anni prima il Montini) di una importante donazione di campioni all’Erbario Centrale Italiano di Firenze. Decisivo, in questo grande slancio del CAB per una vera promozione a Bassano di una nuova cultura per la montagna, fu la costruzione nel 1896, con inaugurazione il 22 agosto 1897, del rifugio “Capanna Bassano” a Cima Grappa. Non solo una meta ed un punto d’ospitalità per chi saliva il Grappa (allora rigorosamente a piedi), ma un vero cenacolo e luogo d’incontro, come si può evincere dalla lettura del libro del rifugio gelosamente conservato presso la sezione bassanese del CAI[27]. Solo quattro anni più tardi, il 4 agosto 1901, avvenne la definitiva consacrazione del Grappa con l’enorme pellegrinaggio di popolo che accompagnò il Cardinale Sarto (poi Papa Pio X) nella sua ascesa alla Cima.    

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