Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Tra i tanti tesori che si trovano a Bassano del Grappa la Loggia del Municipio che in passato ha avuto importanti funzioni pubbliche, luogo di potere e sede dell’amministrazione della giustizia, negli ultimi decenni, forse per la difficoltà di accesso, era stata quasi abbandonata. La Pro Bassano accortasi che questo meraviglioso spazio poteva essere ben utilizzato con diverse funzioni, soprattutto per mostre temporanee, ha proposto e realizzato a proprie spese un’agevole scala amovibile per poter superare il dislivello che separa il piano della Loggia dal porticato del Municipio.
Con questa operazione, l’uso della Loggia è stato immediato e con successo crescente sono state realizzate in successione importanti mostre, incontri, segreterie operative di eventi e conferenze stampa.
L’abbandono decennale si è purtroppo manifestato anche nei dipinti dell’armoriale che la rivestono, nonché nei materiali lapidei e nel soffitto a cassettoni lignei.
A seguito della prematura scomparsa del presidente della Promo Bassanopiù Adriano Loss, che per tanti anni ha dedicato tempo e mezzi per il bene della Città, in sua memoria, l’Associazione e la famiglia, con la partecipazione della Pro Bassano, e dell’Associazione le Arti Per Via, visto lo stato di degrado della Loggia, hanno deciso e offerto all’Amministrazione bassanese, il restauro della medesima, esclusa la pavimentazione.
In aiuto, a coprire la spesa del restauro, sono intervenute anche la Banca Popolare Vicentina, la Banca di Romano e Santa Caterina.
Ad aggiudicarsi i lavori di restauro dopo una gara alla quale hanno partecipato diverse ditte, è stata la ditta Restoring Art del dott. Eugenio Rigoni di Rossano Veneto.
Il 31 marzo 2015 viene presentato in Comune all’Area 3 ͣ (Museo Biblioteca Archivi) diretta dalla dott.ssa Giuliana Ericani, il progetto esecutivo del restauro conservativo della Loggia; il 24 aprile è inviato alla competente Soprintendenza per le provincie di VR, RO, VI, che rilascia l’autorizzazione ad eseguire i lavori con nota del 20 maggio prot. 1670.
Lo stato di conservazione rilevato dalle indagini preliminari si può così descrivere:
La Loggia, di circa 12 metri per 6, si presenta con i due lati nord ed est, completamente dipinti con un armoriale, gli altri due sud ed ovest sono aperti su via Matteotti con due colonne in marmo e tre arcate, su piazza Libertà con una colonna e due arcate. A chiudere e proteggere dalle cadute, tra le colonne è fissato un parapetto in ferro. Sulle pareti si distinguono alcuni elementi lapidei, tra cui una grande lapide incisa nel 1590 e altre due più piccole datate 1601 e 1660, la bocca della verità e bordi porta. Sul pilastro d’angolo verso piazza Libertà si trova scolpita sulla pietra l’unità di misura di quell’epoca al quale la popolazione doveva far riferimento per le lunghezze. Sulla parete nord, in ferro battuto, c’è la cancellata a due ante dalla quale si accede alla loggia con la scala amovibile; sulla stessa parete vi è anche una porta che mette in comunicazione la loggia con lo scalone del municipio. Una porta murata e una nicchia con affresco sono inserite sulla parete est.
I dipinti parietali della loggia apparivano in cattive condizioni conservative, nonostante l'ultimo intervento di restauro del 1989, ad opera del Prof. Ottorino Tassello di Bassano.IMG 0909 Pareteest

Le superfici decorate si presentavano con diversi fenomeni di degrado, sia superficiale che in profondità, con disgregazione di parti di intonaco di sottofondo a causa dei sali da risalita, distacchi di intonaco dalla muratura sottostante, fessurazioni, decoesione superficiale della matrice pittorica e del supporto con presenze di sali, in alcune parti perdita di matrice pittorica e ampi depositi polverulenti superficiali.
Si sono potute notare nell’impianto decorativo generale diverse tipologie di finitura: ad affresco, probabilmente originarie, a mezzo fresco e a secco. Nella fase di verifica, prima di procedere alle campionature d'intervento, sono state esaminate le varie zone operative con prelievi in base alle varie tipologie di supporto e di finitura e si è realizzata una mappatura dettagliata delle aree con le varie tipologie di lavorazione.
Nelle parti di intonaco sopra le arcate, lati ovest via Matteotti e sud Piazza Libertà, la finitura si presentava con una dipintura a tempera di tonalità giallo ocra avana sovrimposta da vecchie linee elettriche e accessori vari in contrasto con l'impianto decorativo originario, elementi che sono stati rimossi.
Le superfici decorate presentavano prevalentemente distacchi, presenza di depositi superficiali, affioramento di sali solubili con conseguenti diffusi fenomeni di polverizzazione e disgregazione della pellicola pittorica, sensibilmente aggravati, in varie zone, da condensazione superficiale e umidità di risalita, in alcuni casi la pellicola pittorica si è completamente persa. L’aspetto generale delle alterazioni sono i danni visibili presenti nella pellicola pittorica e al relativo intonaco di supporto, ascrivibili in particolar modo all’umidità penetrata in parte bassa a causa della muratura occlusa alla traspirazione del piano terra, che ha portato al piano della loggia (piano primo) il livello di asciugatura, e alla impedita traspirabilità della finitura causata dal consolidante protettivo di base sintetica (probabilmente Paraloid B72) usato nell’ultimo restauro, il quale ha generato la formazione di depositi biancastri, creando perdite di matrice pittorica e solfatazioni generalizzate, confermate anche dai report tecnici effettuati in laboratorio dell’Università degli Studi di Padova:
“dai risultati delle misure in spettroscopia si evidenzia la presenza di fenomeni di alterazione del materiale carbonatico dovuti a solfatazione superficiale ed efflorescenze saline. Si riscontrano infatti gli assorbimenti tipici di gesso e di sali solubili come i nitrati. La presenza di questi sali con processi di evaporazione e cristallizzazione in superficie, comporta stress meccanici nell’impasto dell’intonaco, aggravati dalla presenza di materiale organico di sintesi vinilico/acrilico (dalle analisi IR non è stato possibile definire la tipologia esatta) impiegato nei restauri precedenti. La presenza di un trattamento consolidante/protettivo deteriorato è evidente dall’esfogliazione superficiale, dovuta sia al naturale degrado della matrice organica esposta all’aperto, sia dalla presenza di solfati e nitrati che stanno spingendo questa pellicola non traspirante verso l’esterno (per fenomeni di evaporazione) …” Padova 29.05.2014

Il materiale lapideo
Il materiale lapideo (biancone di Pove, verdello), in generale non presentava stati di alterazione tali da interessare né il livello tessiturale né quello strutturale.
Negli elementi lapidei si notavano perlopiù depositi polverulenti e di particellato atmosferico (smog) in particolare sulle colonne più esterne: un degrado che riguardava solo la superficie del materiale.
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Il soffitto di legno
Il soffitto è di legno a cassettoni decorati, suddiviso in tre grandi campiture, all’interno delle quali trovano posto 8 cassettoni decorati con motivi geometrici, eseguiti su fondo grigioverde con riquadro in rosso veneto e il centro contrassegnato da un rosone bordato con decoro a treccia. I cassettoni sono contornati da semplici cornici modanate in aggetto e da una fascia parietale perimetrale.
L’aspetto visivo che si riceveva a causa dei forti depositi polverulenti e dei dilavamenti era di un totale abbassamento di tono del grigio verde e di un appiattimento dell’effetto prospettico decorativo del soffitto.
Visionando il soffitto si notavano alcune ampie fenditure (innesti tra il tavolato), cedimenti ed assestamenti lignei dalla centina con spanci anche accentuati, presenze di aloni e di vecchie percolazioni.
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Le parti metalliche
Il parapetto tra le colonne di cui si è fatto cenno sopra, essendo anch’esso per lo più protetto dalle piogge, non ha presentato particolari problematiche di deterioramento e ruggini, realizzato nei primi anni del ‘900 ha mantenuto l’integrità originaria. La cancellata di ingresso, sicuramente più vecchia del parapetto di almeno un secolo, protetta anch’essa dagli agenti atmosferici aveva soltanto il problema della serratura, della quale si erano perse le chiavi, e del meccanismo di blocco a pavimento, che necessitava di un intervento per farlo tornare a funzionare come in origine.
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Pavimento
La pavimentazione della Loggia si presenta in modo assai strano, infatti circa un quarto della superficie (parte a nord) è in marmo a quadroni di circa cm. 50x50, disposti a scacchiera con orientamento trasversale, in biancone e in “rosso macione”, marmi locali di Pove e dell’Altopiano di Asiago; è la parte di pavimento sicuramente originale. I restanti due terzi si presentano in tavolato di abete, sollevato rispetto al piano originale di marmo di circa 10 cm. Il tavolato è chiuso sui lati verso l’esterno con malta cementizia, appoggiata sopra il bancalino di marmo sporgente che contorna la loggia. Per superare il dislivello tra il pavimento in marmo dal tavolato è stato realizzato uno scivolo di circa un metro per evitare l’inciampo che poteva essere generato dal gradino, il tavolato si presenta in buono stato e dall’ispezione visiva risulta di relativa recente costruzione.
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