Fra il 1390 e il 1420 e sotto dominazioni diverse, dei Visconti e poi di Venezia, prende corpo e riesce a mantenersi l’autonomia istituzionale di Bassano, destinata a durare fino alla caduta della Serenissima nel 1797[1]. La lettura che si propone intende abbracciare unitariamente, rispettata la differenza dei regimi, questo periodo cruciale durante il quale Bassano diventa costituzionalmente paragonabile, in piccolo, ai centri municipali del Veneto. Nel poco spazio disponibile, sono costretto a richiamare di frequente soltanto gli esiti di un recente lavoro che ho dedicato, con ben maggiore ampiezza di testo e di riferimento alle fonti e alla bibliografia, alla “quasi città” di Bassano all’epoca dell’egemonia viscontea e all’affermazione della sua autonomia «figlia dell’evento e della fortuna»[2](fig.1).