Gian Maria Varanini

Maria Albina Federico

Giampietro Berti

Giuliana Ericani

Renata Del Sal

Donata M. Grandesso

Maria Luigia De Gregorio Giovanni Marcadella

Giambattista Vinco da Sesso

Giambattista Vinco da Sesso

Alessandra Magro

Carlo Presotto

Franco Scarmoncin e Lucia Verenini

Renzo Stevan e Eugenio Rigoni

Se questa è una prima sfida, altre aspettano Bassano, che certo può contare su importanti punti di forza: la centralità ereditata dal suo itinerario storico; la collocazione potenzialmente strategica nelle reti di circolazione; il patrimonio urbano, sociale e culturale; lo stesso nome, che come ricorda il sindaco Cimatti, è un atout formidabile della città. Bassano è un marchio conosciuto e riconosciuto: il Ponte, la Grande Guerra, gli alpini, la grappa, gli asparagi, la ceramica, per citare alcuni tratti irrinunciabili di un profilo chiaramente identificabile, per certi versi unico, come sintesi di una terra, di un fiume, di certi uomini e delle loro intenzioni. Tutte queste potenzialità potranno essere attualizzate se inserite in un progetto coerente e consapevole di sviluppo territoriale, costruito attraverso quei lenti e delicati percorsi che richiedono l’emersione, il riconoscimento, la condivisione di una prospettiva di territorio “locale” in cui scoprirsi e “vedersi” come attori, in cui saper comporre conoscenze, competenze, opportunità e vincoli in risorse per organizzare il proprio futuro, in relazione con altri territori. La vera prova che Bassano ha di fronte è tutelare, rinnovandone i significati, i valori dei “luoghi” e i “capitali” sociali, culturali, territoriali che in essi sono contenuti, a fronte dello sradicamento causato dai flussi economici globali che vedono nei territori solo dei “siti” in cui sbarcare temporaneamente per approfittare dei vantaggi competitivi disponibili, inevitabilmente provvisori ed instabili[44]. Innanzi tutto, Bassano si trova a dover ripensare la sua centralità. Dopo la storia di un insuccesso, il tentativo di divenire capoluogo provinciale, la città può ritrovare un ruolo di guida di un territorio più vasto a partire da un diverso approccio, ridisegnando nei fatti un sistema di relazioni che non si deve necessariamente identificare in una maglia amministrativa. In effetti, in epoca di globalizzazione avanzata è evidente la difficoltà delle maglie politiche e amministrative a “seguire” l’evoluzione dei flussi, troppo piccole, troppo grandi, comunque inadeguate, rigide, di fondo pensate in modo gerarchico. Si iniziano oggi ad intravedere le tracce di una ridefinizione della territorialità della politica, con l’emersione di nuovi soggetti, in un mosaico complesso e cangiante: città metropolitane, comprensori, comunità montane, patti territoriali, “parlamenti del fiume”. In questo contesto sarà fondamentale la capacità degli attori politici bassanesi di muoversi tra le diverse scale, le diverse opportunità di aggregazioni territoriali ampie, dedicate a contenuti specifici o ad obiettivi maggiori di pianificazione: si tratti quindi di distretti in una ULSS (come il distretto 1 di pianura dell’ULSS 3) o della conferenza dei sindaci delle ULSS vicine, o ancora della Intesa Programmatica d’Area o di più limitati consorzi intercomunali per i servizi. Sono tutte modalità per Bassano di esercitare una leadership fondata non tanto su una presunta “superiorità” ereditata dal passato quanto piuttosto sulla capacità di costruire e tenere la regia di alleanze, molteplici e flessibili, dando voce ai diversi interlocutori sul territorio. Una metafora può ancora venire in aiuto dalla geografia fisica, in particolare dall’osservazione che l’area del bacino idrografico delimitato dalle linee spartiacque del Brenta è inferiore a quella reale, che comprende e cattura anche parte dei bacini dell’Astico-Bacchiglione e del Muson dei Sassi attraverso i sistemi carsici dell’Altopiano e del Grappa[45]. Allo stesso modo, Bassano “drena” un’area più vasta di quella ad essa ufficialmente assegnata, dei suoi confini municipali. Attira flussi, organizza servizi, può divenire il punto di riferimento della trasformazione di un territorio vasto, senza la presunzione di veder riconosciuto visibilmente questo ruolo, ma esercitandolo nei fatti. In tal modo si può andare alla ricerca di una forma diversa, attuale e proiettata al futuro, per questa città. Ma è soprattutto lo sguardo verso il territorio che può mutare, da un lato prendendo in carico i percorsi di “lunga durata” che l’hanno formato, alcuni dei quali abbiamo cercato di descrivere brevemente in queste pagine, e dall’altro movendo dalla consapevolezza che, come afferma Magnaghi[46], «una “rinascita” dei luoghi sepolti richiede atti simbolici, riconoscimenti solidali, la ridefinizione dei rapporti culturali fra uomo e territorio, assumendo quest’ultimo come soggetto vivente e non come mero supporto tecnico […]. I luoghi […] non sono bestie da soma. I luoghi sono soggetti culturali, “parlano”, dialogano del lungo processo di antropizzazione attraverso il paesaggio, restituiscono identità, memoria, lingua, culture materiali, messaggi simbolici e affettivi (fig.7).

Bassano 2

7. Veduta del mercato cittadino.
Il mercato della città, storicamente collocato nelle piazze, è ancora oggi luogo identitario di una tradizione di commerci e relazioni.

Finché […] tratteremo i luoghi come bestie da soma […] resteremo all’oscuro delle loro ricchezze profonde». Da uno sguardo diverso può nascere un nuovo patto tra la comunità bassanese e il suo territorio, un patto che includa la molteplicità di attori che vivono il territorio, e primo tra essi quell’agente inconsapevole ma centrale che è la natura[47] (si pensi alla gestione territoriale dei cicli ecologici, alla valorizzazione delle fonti locali di produzione di energia, alle potenzialità del corridoio ecologico del Brenta, alla riconnessione tra montagna e pianura…). Si potrà progettare così un territorio inclusivo in cui molti attori e molte territorialità possano coesistere e nessuno di essi pretenda l’espulsione degli altri, sapendo bene che tra gli attori che oggi costruiscono Bassano vi sono le comunità o comunque i nuclei di immigrati stranieri (fig.8),

Flores de Mayo 2012 c

8. Bassano luogo inclusivo per nuclei di immigrati stranieri.
Nella città convivono immigrati di molte nazionalità che portano ad un arricchimento culturale e sociale molto importante.

che possono divenire occasione ulteriore di differenziazione e di arricchimento culturale, linguistico, di orizzonti, di motivazioni. Per questa via si getteranno le basi per rinnovare quella relazione co-evolutiva tra società, sviluppo economico e territorio, che Bassano ha già incontrato nel passato e che può ritrovare, valorizzando la «misteriosa tramatura» fra i luoghi e gli abitanti senza la quale si ha straniamento e distanza[48].

Questo sito usa cookies per il proprio funzionamento (leggi qui...)